Sono trascorsi quattro anni, eppure sembra ieri il giorno in cui i dottori mi avevano comunicato che mi rimanevano soltanto 15 giorni di vita qualora non avessi immediatamente iniziato la terapia. La mia prima sensazione è stata la paura di non farcela, di non poter realizzare i miei sogni. Poi però dentro di me è apparsa una luce, la luce della speranza che mi ha fatto comprendere che non sarei stata sola a portare una croce così grande. In questi anni Dio è stato la mia ancora di salvezza, la mia forza e il mio coraggio, a Lui devo tutto.
Un altro trauma che mi ha segnato per sempre è stato il fatto che mi sono vista chiudere le porte in faccia dagli ospedali della mia terra. La Calabria è la terra del sole e di tante cose belle ma purtroppo è anche la terra in cui manca la cosa più importante, la Sanità. Mi son ritrovata a tenere una valigia sempre pronta per affrontare i viaggi della speranza.
La mia fortuna è aver trovato a Milano la mia seconda famiglia: CasAmica.
La prima volta che il taxi mi ha lasciato davanti a quel cancello mi sono sentita indifesa e piccola. Ero stanca, arrabbiata con il mondo e con tanta tristezza nel cuore. Oltre quella porta non c’erano i miei familiari ma delle persone sconosciute. Eppure nel momento in cui ho varcato quella soglia qualcosa dentro di me è cambiato, mi sono sentita a casa, nessuno mi guardava con pietà, perché lì dentro eravamo tutti uguali, mi sono sentita immediatamente accolta e amata e gli ospiti all’interno della casa cercavano in tutti i modi di farmi forza e coraggio con le loro testimonianze. L’ambiente in casa era sereno, e nessuno mi ha fatto sentire diversa se indossavo un cappellino e se la mia testa era completamente pelata e il mio colorito spento. Ogni giorno al ritorno dall’ospedale, venivo accolta dai tanti volontari che venivano il pomeriggio a farci compagnia. Finalmente avevo trovato un posto sereno dove tutto pesava meno, perché un dolore condiviso è un dolore che pesa meno.
Ed oggi a distanza di 4 anni i miei viaggi continuano ma sono diversi, perché il cancro non fa parte più della mia vita, sono in remissione totale e devo solo effettuare dei controlli. Oggi mi sento rinata per la seconda volta. Torno ancora in quella casa che mi ha dato tanto, mi ha permesso di conoscere persone meravigliose che porto nel cuore, perché so che anche io lì avrò sempre una casa e una famiglia su cui contare.”
Giusy, rinata dopo l’esperienza della malattia, sta realizzando i suoi sogni: ora è laureata, lavora e si sposerà il prossimo anno.
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“Essere (e non fare) volontario di CasAmica è aprire una porta ed entrare in una Casa che come tale è abitata da persone con volti a volte felici e a volte tristi, storie allegre e dure, fragilità. Da CasAmica ho imparato molto e continuo ad imparare ancora oggi certa che le persone, le storie, i volti che ho incontrato mi abbiano insegnato che la semplicità di una Casa accogliente genera sempre vita.”
“Essere volontaria a CasAmica ti permette di entrare in relazione con un’altra persona, una relazione di “qualità” basata sull’ascolto dell’altro, concentrata sulla comprensione dei sentimenti e dei bisogni dell’altro. Quindi dipende da te instaurare una relazione diretta e profonda, dipende da te unire i nuovi ospiti con i vecchi, ascoltare la sofferenza di una madre la cui figlia è gravemente malata, dipende da te sollecitare a raccontare della sua famiglia, del lavoro …
Così giorno dopo giorno, si diventa sempre più consapevoli di noi stessi, delle nostre risorse ma anche dei nostri limiti; è così che CasAmica diventa una parte di te”
“La mia esperienza presso CasAmica mi arricchisce quotidianamente, non tanto per quanto possa io dare ai piccoli ospiti quanto piuttosto per il bene enorme che loro mi donano costantemente, senza nessuna riserva e “gratuitamente”; quello che ricevo da questi bambini è Amore allo stato più puro, mi insegnano qual è veramente il valore della vita che dobbiamo apprezzare in tutta la sua bellezza senza farci distrarre da insulsi ed inutili “contrattempi”.”
“Dagli incontri [di formazione] sono emersi due punti preziosi nel cammino di accompagnamento : l’importanza di riconoscere le proprie emozioni, cio’ che si muove dentro di noi quando incontriamo una persona malata e raccogliamo le sue paure, i suoi sfoghi e le ansie; il riconoscere il nostro essere limitati che ci aiuta a scoprire cio’ che siamo per imparare a lavorare in rete, senza pretendere di gestire da soli le diverse situazioni di fatica e di dolore che si incontrano ogni giorno. Con un punto sempre fisso: sostenere la speranza non significa dare illusioni, la speranza non è attivismo, non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che una cosa ha senso in ogni caso….”
“Una prima riflessione: faccio del volontariato o sono un volontario? No, il volontariato non è un mestiere, un’attività, una giacca che si toglie e si mette. Il volontariato è un modo di essere e di rapportarsi agli altri…..Non stiamo a pensare se un domani ci potremmo trovare nella stessa situazione dei nostri amici ospiti, pensiamo solo che ognuno di noi tende alla felicità. La felicità in cosa consiste? Dimenticare un po’ di se stessi …….Ancora l’ascolto e l’accettazione degli altri così come sono e la voglia di conoscere, perché conoscere significa capire e capire significa amare…..Così attraverso questo rapporto virtuoso, costruiamo un terreno, una piattaforma di scambio di storie, esperienze, esempi, relazioni che arricchiscono tutti.”
Sandro, 2012
“…Ho cominciato a fare la volontaria poco dopo la nascita di CasAmica.Tanti anni, tante sere passate con tante persone. Dai primi momenti del “saro’ in grado di essere d’aiuto” o “saro’ in grado di sopportare tutta questa sofferenza” ho capito poi che la forza me l’avrebbe data proprio la “casa” e i nostri ospiti… Anche noi volontari siamo stati coinvolti nella costruzione di un ambiente familiare, ma piu’ che costruire noi un ambiente, sono stati i nostri ospiti a crearlo….. Spesso gli ospiti ritornano piu’ e piu’ volte nel corso degli anni e ogni ritorno e’ sempre uno stress emotivo. Spesso il sollievo e’ rappresentato dal fatto che comunque ci sara’ un posto per dormire, in una casa amata, dove c’e’ anche un amico/a che lo aspetta.”
“A Luglio 2014, dietro consiglio di una conoscente, siamo andati a “CasAmica” Achilleo. All’inizio, in questa casa, ci siamo trovati come si suole dire “spaesati”, ma col passar del tempo, stringendo “amicizie speciali” con gli altri ospiti della Casa, abbiamo trovato dentro di noi una grande forza per andare avanti. Ogni giorno, con gli Amici della Casa cerchiamo di farci coraggio gli uni con gli altri e, spesso, un sorriso, una carezza, una dolce parola valgono più di un dono materiale. Un grande aiuto morale, a “Casa Amica” ci è dato, pure, dai responsabili e dai volontari che, con la loro accoglienza e la loro disponibilità, mostrano di essere delle persone veramente “eccezionali”. Adesso, ogni volta che si torna a Milano, mio marito, nonostante il suo gravoso fardello di problemi che si porta dietro, è un po’ più sereno perché dice: ‘per me CasAmica con le sue pareti colorate, i suoi fiori nei corridoi, la sua accogliente saletta, il suo profumo di pulito è “la Casa di una grande famiglia”. E anche se questa è testimone di tanta sofferenza, noi in futuro ce la ricorderemo sempre’.
Perciò, a chi lavora con responsabilità per portare avanti il progetto di “CasAmica” non ci resta altro che dire GRAZIE DI VERO CUORE!”
“Questa casa mi ha dato tanta sicurezza… e una forza interiore tale che mi permette di affrontare più serenamente la mia tormentata vicenda, anche la mia famiglia, che mi e’ sempre accanto, ha trovato un valido sostegno in questa accogliente struttura; mi sono affezionata a poco a poco ai profumi del caffè del mattino, agli aromi di sughi della cucina, al vociare sommesso dei bambini e dei loro genitori che da subito mi hanno fatto sentire un po’ a casa mia alleviandomi quel “macigno” sul cuore… So che il cammino futuro non sarà facile, ma la forza che ho dentro di me sarà il mio più fedele alleato…”
“CasAmica: mani tese per aiutare e confortare chi soffre. Freschezza e dolcezza impregnano l’aria. Qui non si rimpiange la propria casa perché vi è lo stesso calore e si vive sereni. Grazie alla meravigliosa Giusi, sempre scintillante d’affetto e simpatia, grazie ad Antonio, Suor Giuliana, Narcisa e a tutti quelli che lavorano per il nostro conforto. Un grande grazie anche alle Signore volontarie così capaci di dare ascolto, pronte nell’elargire consiglio e consolazione. Grazie a questa bella umanità che include gli ospiti, solidali nella sofferenza e nella condivisione.
Il Signore benedica tutti!! Non vediamo l’ora di tornare.”
“Dedicato a CasAmica
Casamica, un nome che vuol dire tutto. Casa, la casa è formata da persone, persone tutte diverse tra loro ma con un solo obiettivo, quello di VIVERE. Amica, gli amici sono persone, quindi le persone formano CASAMICA. La vita purtroppo ha fatto un orribile scherzo a mia moglie, ma grazie a voi amici riesco a superare tutto. Grazie alla vostra compagnia, che ogni giorno mi regalate. Voi siete la forza che riesce a sostenere mia moglie e farci andare avanti ogni giorno. Le persone belle non sono solo quelle che sorridono, ma sono anche quelle che somigliano a Gesù Cristo sofferente. Ci sono quelli che si credono fortunati perché vivono una vita agiata. Io invece mi sento fortunato perché ho amici come voi, unici e stupendi. E non basterà mai nulla per dirvi grazie di esserci. Grazie a Casamica ho una ricchezza enorme dentro di me. Grazie a Casamica ho imparato tante cose, come apprezzare la vita e andare avanti con la testa alta, anche se poveri materialmente. Casamica mi ha dimostrato che noi abbiamo una ricchezza spirituale che non ci mancherà mai. Grazie a te ho l’educazione, il rispetto e l’umiltà per la convivenza con gli altri. Un forte abbraccio a tutti.”
Credits: Flowers Creative